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2022

La Tigre Nera
ha i tuoi occhi
è guardiana dell’inconscio

protegge il Mistero della Vita
Che ci accompagna e ci accomuna

Solo cavalcando la tigre nera
abbiamo accesso al nostro potere,
alla profondità dell’essere:
abbracciamo l’ombra, abbracciamo la tigre.

Lasciamo che ruggisca per darci confine
Lasciamo che sbrani il nostro ego.


Buon anno della Tigre!!!

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Autunno

La stagione del Metallo

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Anno del Cinghiale/Maiale di Terra

maiale

Dice la leggenda che nel sessantunesimo anno del suo regno, siamo nel 2637 a.C., l’imperatore Huang Ti introdusse il primo ciclo dello zodiaco cinese. Ogni ciclo completo è formato da cinque cicli semplici di dodici anni che iniziano alla prima Luna Nuova dell’anno, perciò il Capodanno Cinese cade tra il 21 gennaio (quando il Sole entra nell’Aquario) e il 19 febbraio, nel giorno in cui Sole e Luna s’incontrano nel segno dell’Aquario. Ogni anno è dedicato ad un animale perché, racconta la leggenda, quando Buddha stava per abbandonare la terra chiamò a sé tutti gli animali per un estremo saluto. Soltanto dodici si presentarono e per ricompensarli egli diede a ogni anno il nome di ognuno di loro, nell’ordine in cui si erano presentati: Topo, Bue (Bufalo), Tigre, Coniglio (Gatto o Lepre), Drago, Serpente, Cavallo, Pecora (Capra), Scimmia, Gallo, Cane, Cinghiale (Maiale), associati ai cinque simboli astrologici esistenti gli Elementi cosmici che sono nell’ordine Fuoco, Terra, Metallo, Acqua, Legno per un totale di sessanta combinazioni.
Il 4 febbraio 2019 alle ore 22.04 inizia l’anno Lunare  e secondo l’astrologia cinese, questo è l’anno del Cinghiale di Terra. Vi avverto che, per come è giunta a noi, l’astrologia cinese è un giochino salottiero, in realtà è molto più complicata e tiene presente molti fattori, non solo il segno dell’anno e il suo elemento.
Un tempo, la tradizione cinese prevedeva quindici giorni di festeggiamenti, fuochi d’artificio a volontà e gran clamore per scacciare l’anno vecchio e gli spiriti maligni, un abito nuovo per propiziare la buona sorte e maiale a volontà, essendo considerato una ricchezza, perciò un portafortuna. Il periodo si concludeva con la bene augurante Festa delle Lanterne
Ora i fuochi d’artificio sono stati banditi perché pericolosi, restano il  rumore creato ad arte, l’abito nuovo e il  maiale come re della tavola… e gli spostamenti di massa perché i cinesi tendono a tornare ai luoghi natii, ricongiungendosi con i parenti, per festeggiare il Capodanno.
Anche il numero delle vivande ha la sua importanza. Più è alto e più invoglierà la buona sorte a visitare la casa, i componenti della famiglia.
Qual è la personalità del rappresentante del segno del Cinghiale per i cinesi?  Si tratta di un soggetto solido, onesto, semplice. Dotato di una grande forza d’animo, premuroso e coraggioso, negli impegni che assume profonde tutte le sue energie fisiche e psichiche e arriva fino in fondo. Può avere un’apparenza poco chic, troppo alla mano ma se non ci si ferma alle apparenze si scopre una miniera d’oro di qualità umane compresa la spiritualità.
È il galantuomo per eccellenza, quello che non gioca mai tiri mancini e cerca di vivere in armonia con l’universo mondo, umani compresi. È possibile che abbia qualche screzio con gli altri ma non parte mai da lui e non porta rancore ed è pronto a fare il primo passo. Se l’armonia non torna, se ne fa una ragione ma è paziente. Gioviale , empatico, ama stringere amicizie, adora feste e raduni che organizza con calma alla perfezione. La sua credibilità e la sua sincerità fanno parte delle sue doti più preziose. Se siete suoi amici non vi abbandonerà mai, pronto ad accollarsi anche i vostri fardelli, non ama le luci delle ribalta e non se la prende se deve fare tappezzeria. Buono, ingenuo, senza secondi fini sembra essere la vittima prediletta delle persone disoneste ma il Cinghiale è anche fortunato e ciò che di male viene tramato alle sue spalle torna ai malintenzionati come un boomerang. Sembra che il motto del Cinghiale sia l’evangelico: “Bussate e vi sarà aperto, chiedete e vi sarà dato”
Sì, c’è anche un risvolto meno esaltante, quello che adora la vita, che vuole godere di tutto ciò che offre, bacco-tabacco-Venere e può scivolare nel vizio. Altro difettuccio della parte meno nobile? Se si fa in mille pezzi per gli altri si aspetta riconoscenza eterna e che le sue debolezze siano tollerate. Poiché di sé dà tutto, condivide con il prossimo tutto ciò  che è suo, si aspetta che lo facciano anche gli altri perciò non meravigliatevi se, ospite in casa vostra, si comporta come se fosse a casa propria.

Il  segno del Cinghiale di Terra che governa il 2019, è considerato il più sensato. Vive all’insegna del buonsenso per portare  benefici a sé e agli altri. Abile nelle finanze, perfetto preparatore di piani scrupolosi, pacato e in grado di far ragionare anche i più duri di comprendonio, ascoltarlo e seguirlo nelle sue imprese significa assicurarsi serenità e benessere. E non solo nel suo “piccolo” lui sa agire anche su vasta scala. Se siede ai posti di comando, prima di scatenare guerre proverà con la diplomazia fino all’ultimo, ragionevole dubbio.

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Tai ChiBo

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Una volta assaporato qualcosa di buono ne vogliamo ancora. Allo stesso modo si continua a praticare tai chi, ripetendo gesti giorno dopo giorno, generazione dopo generazione, gustando l’energia che come un balsamo ci penetra.

Ieri un allievo ha commentato, mentre da fermo osservava altri eseguire i primi movimenti della forma:
– io questa parte l’ho memorizzata!
– bene allora praticala!

Non a caso si dice praticare piuttosto che teorizzare il Tai Chi.
E’ come mangiare: un libro di ricette non ci sazia; il nostro piatto preferito non lo mangiamo una volta sola nella vita; un sapore già sperimentato e trovato gradevole verrà assaporato ancora.

Respiriamo e ci nutriamo ancora e ancora e allo stesso modo facciamo tai chi!!!

Buon “TAI CHIbo” a tutti

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Tai chi: patrimonio dell’umanità

 Leggi l’articolo del Maestro Carlo Lopez

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Zhuang-zi: Libertà naturale

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Nello sterile nord si stende un mare: il ‘Lago Celeste’. Là vive un pesce. La sua larghezza è di molte migliaia di li, nessuno ne conosce la lunghezza. Il suo nome è Kun. Là esiste anche un uccello chiamato Peng il cui dorso è simile al monte Tai e le cui ali sono come le nuvole del cielo. Descrivendo una spirale simile a un corno d’ariete, l’uccello si alza su un vento ascendente di novantamila li. Al di là delle nuvole, il cielo azzurro sopra di lui, dirige il suo volo verso il sud per giungere all’oceano meridionale.
Una quaglia lo deride dicendo: Dove va questo uccello? Io mi levo in aria a non più di una tesa, scendo e volteggio tra l’artemisia. E questo è per me lo scopo del volare. Dove va questo uccello?
Ecco la differenza tra il piccolo e il grande.
Alcuni hanno un’intelligenza sufficiente a esercitare una certa funzione. Altri, con la loro condotta, possono essere d’esempio a un intero distretto. Altri posseggono le qualità del principe e si impongono a tutto il principato. Tutti si danno arie come una certa quaglia fiera di sé.
Rong-zi di Song rideva di loro. L’ammirazione del mondo intero non avrebbe potuto spronarlo, il disprezzo del mondo intero non avrebbe potuto scoraggiarlo. Perché egli sapeva distinguere l’interiore dall’esteriore e quindi l’onore dal disonore. Purtroppo, però, non sapeva far altro all’infuori di quello. Certo, un uomo simile è raro al mondo, ma non ha prescritto nulla.
Lie-zi si spostava cavalcando il vento. Viaggiava in modo piacevolissimo, e in capo a quindici giorni faceva ritorno. Certo, un uomo simile è raro tra coloro che hanno raggiunto la felicità. Ma anche se poteva evitare di camminare, dipendeva tuttavia da qualcosa.
Quanto a colui che può padroneggiare la sostanza dell’universo, utilizzare la potenza dei sei soffi (6 Qi Gong) e, così, esplorare l’universo, da che cosa dipenderebbe ancora? Per questo è stato detto: l’essere umano perfetto è senza io, l’essere ispirato è senza opera, il santo non lascia nome […].

Questo è un brano di Zhuang Tzu, uno dei tre pilastri del Taoismo; nel brani parla del leggendario uccello Peng che dà il nome ad un movimento della spada.

Ogni volta che arriviamo alla posizione del “leggendario uccello Peng” ricordiamoci che non è nostro interesse diventare come la quaglia.

Carlo Lopez -VI Generazione della Famiglia Yang

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La tradizione viva

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Le città sono piene di corsi di Tai chi, Qi gong; ogni giorno riceviamo richieste di persone che pretendono di insegnare dopo qualche mese di pratica (ormai è tutto smart, veloce).

C’è una grande dispersione: si cercano risultati immediati, si vuole assaggiare tutto e non ci si da il tempo di entrare in profondità.

Attualmente spopolano le scuole di qi gong proprio perché gli esercizi sembrano semplici, di facile acquisizione, insomma non ci si deve impegnare troppo.

Ci vuole pazienza e passione, dice il G.M° Chu, per imparare il Tai Chi, mettersi in gioco e lavorare su se stessi.

Insegnare aiuta ad imparare, ma è importante mantenere il doppio ruolo, la mente del principiante (YinYang).

Molte persone arrivano ai nostri corsi sospettose, pensando di sapere cosa sia il tai chi, reputandolo rilassante nel migliore dei casi e noioso in molti altri. Come un medico omeopatico incompetente fa perdere fiducia a tutta la categoria, mentre 100 allopatici fanno danni ma la “medicina” resta scientifica ed affidabile per l’opinione pubblica.

Controllate “il curriculum” di chi insegna, verificate che ci sia una scuola di riferimento, guardate se c’è energia, vitalità.

Come un ramo staccato dalla pianta madre a volte può attecchire, ma spesso si inselvatichisce, ecco che si inventano forme nuove, di sintesi, che nutrono l’ego smisurato dei loro creatori.

Noi abbiamo una tradizione che è viva insieme a noi.
Sentiamone il sostegno, la libertà di galleggiare in un fiume che viene da lontano (per citare il M° Lopez).

 Rosanna e Chiara

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Il doppio peso e gli ignavi

E io ch’avea d’error la testa cinta,
dissi: “Maestro, che è quel ch’i’ odo?
e che gent’è che par nel duol sì vinta?”.

Ed elli a me: “Questo misero modo
tegnon l’anime triste di coloro
che visser sanza ‘nfamia e sanza lodo.

Mischiate sono a quel cattivo coro
de li angeli che non furon ribelli
né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro.

Caccianli i ciel per non esser men belli,
né lo profondo inferno li riceve,
ch’alcuna gloria i rei avrebber d’elli”.

Inferno: Canto III

 

Il doppio peso e gli ignavi

Uno dei grandi “segreti” del Tai chi chuan è la consapevolezza di pieno vuoto. La percezione del peso. Per consentire un profondo lavoro energetico e l’apertura del diaframma in maniera ottimale il peso è sempre su un piede solo. L’asse è uno, il diaframma si apre, l’energia si apre. Apparentemente il peso ben distribuito sui due piedi dà stabilità e sicurezza, il risultato è che ci troviamo in una condizione di staticità energetica e mentale. Il Maestro Chu direbbe essere parcheggiati o avere i piedi su due barche che potrebbero allontanarsi tra loro e farci scivolare in mare.

Già Yang Cheng Fu parlò dell’errore del doppio peso affermando che se il peso è da un solo lato si sarà in grado di seguire, mentre con il doppio peso si sarà goffi.

Come per far girare le ruote della bicicletta e creare così il movimento e quindi l’energia, un piede spinge ed uno segue, così nel Tai chi un piede si riempie e uno si svuota. Se spingessimo contemporaneamente su entrambi i pedali non ci sarebbe movimento, non ci sarebbe energia e non ci sarebbe equilibrio dinamico.

L’errore del doppio peso è mentale, energetico e fisico. Come per far funzionare una melodia abbiamo bisogno di singole note, così per essere allineati e aperti in noi stessi abbiamo bisogno del singolo peso, ora un piede ora l’altro, senza fissità ma con posizioni nette, precise. La postura mentale e fisica corretta non lascia spazio a confusione, ma lascia spazio alla modificazione continua. Siamo consapevoli del movimento ci permettiamo di seguirlo.

L’errore del doppio peso mi fa venire in mente il girone degli ignavi, di chi non sceglie da che parte stare e si trova bloccato, senza yin e yang, senza infamia e senza lode. Qualcuno questo lo chiama il silenzio degli onesti: a buon intenditor…

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Il Tai Chi è Bello

Il Tai chi è Bello.

Questa è la mia motivazione.

È questo ciò  che mi spinge a continuare anno dopo anno, a superare le spire insidiose che tutti i praticanti devono affrontare, ad andare avanti.

Il Tai chi è Bello.

Nessuno lo dice.

Si cerca di vendere il prodotto: il Tai chi fa bene, tanti studi scientifici lo dimostrano, arte di lunga vita, si guarisce dalle malattie, meglio della maggior parte delle terapie fisiche.

Tutto Vero.

Ma la mia motivazione in questo caso è il Bello e non il Vero.

Il Tai chi è Bello.

E’ piacere vivo, sempre nuovo.

Se andiamo oltre le resistenze al nostro Bene.

Se andiamo oltre l’ipnosi di essere sempre uguali a noi stessi e di sapere cosa e come sentire, muoversi e percepire.

Il Tai chi è Bello come tornare a casa: Calore, Confidenza e Amore

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